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Immagine del redattoreEzio Delli Ponti

Uomo e rimedio…conclusioni

Nel campo della salute è forse corretto pensare che abbiamo ancora una lunga strada da percorrere. La diffusa folle preoccupazione di farsi curare ad ogni costo ha offuscato i nostri stessi attributi, quale in primis quello di saper badare e sé stessi.

Ma se siamo quello che siamo oggi è perché il nostro organismo è dotato di risorse che la tecnologia, così come la farmacologia, non potranno mai sostituire o aggiustare senza danni o effetti collaterali.

Potremmo costruire il sistema di guida più intelligente del mondo eppure, esso non saprà mai cosa possa essere il desiderio di successo, l’ottimismo, il divertimento, la motivazione, la depressione, oppure l’ira, l’orgoglio, la vanità, l’amore.

Emozioni non riproducibili dalla tecnologia, ma caratteristiche uniche dell’essere umano.

Osservando l’evoluzione dell’uomo sulla terra, riconosciamo di essere molto più di quanto oggi la scienza medica tradizionale vorrebbe farci credere. Troppo impegnati a guardare la malattia e non la sua vera causa, ci vengono offuscate le caratteristiche uniche ed irripetibili della vita.

Ed ammettendo l’ignoranza sulla nostra natura, non possiamo arrogarci il diritto di insistere su una strada che si sta ampiamente dimostrando lucrosa per pochi, ma rovinosa per tutti.

Essa è definitivamente rappresentata dalla cieca lotta al sintomo, conseguenza dello stile di vita moderno e schizofrenico, non compatibile con le leggi di madre natura: eccesso di rimedi, di cibo, di inquinamento, di lavoro, di stress, di solitudine e di sedentarietà.

Elementi che immergono l’uomo in una spirale auto-distruttiva e che minano l’efficienza del sensibilissimo sistema-uomo, facendolo ammalare.

Eppure, proprio nei momenti più difficili la malattia può dimostrarsi cosa utile. La forza della vita intelligente comunica attraverso segnali ben congegnati, che non fanno altro che indicarci un’altra opportunità, nella speranza che qualcosa venga compreso.

Sappiamo che il corpo umano, ogni secondo, compie milioni di strabilianti attività e si proietta costantemente nella conservazione dell’omeostasi, ovvero il suo orientamento naturale alla tutela del funzionamento dell’organismo. Non c’è altro da fare che conoscere e rispettare le sue leggi, piuttosto che contrastarle.

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