Anche nel caso dei disturbi mentali, così come nei disturbi fisici, abbiamo due visioni spesso complementari ma con un confine più o meno netto. La prima e più diffusa, è sempre quella dell’interventismo, dove anche lievi sintomi vengono spesso “combattuti” con cure e rimedi, che siano farmacologici o alternativi, quali omeopatici o naturopatici.
Al pari del dolore fisico quindi, si cerca d’intervenire con lo scopo di annullare il sintomo, che è interpretato come un’anomalia ben definita all’interno di un organo (il cervello) e molto meno di un sistema.
La seconda visione invece, che è all’infuori della patologia medica, non combatte il sintomo ma consente alla persona di utilizzare le proprie risorse, quali conoscenza, motivazione, consapevolezza e impegno individuale per migliorare la propria condizione di benessere e di equilibrio, nel concetto di sistema indivisibile e olistico di mente-corpo.
Le medicine alternative hanno trovato terreno fertilissimo per quanto riguarda la cura del pensiero, partorendo centinaia se non migliaia di rimedi e cure pseudo-psicologiche, mischiando la scienza con la spiritualità orientale.
Navigando sul web, sono migliaia tra gli operatori olistici, terapeuti, counselor, che attribuiscono sintomo fisici a (im)probabili “squilibri energetici”, attirando un numero sempre più elevato di curiosi a maggioranza del mondo femminile.
Che l’origine del sintomo o della sofferenza fisica, possa avere un suo aspetto psicologico è probabilmente un dato di fatto (vedasi gli studi sulla psicosomatica). Nella cura del benessere, infatti, è sempre utile porre l’accento agli aspetti emotivi della vita, puntando all’introspezione ed alla consapevolezza degli eventi e del loro significato.
Cosa ben diversa è invece far credere che esiste una malattia dell’anima, uno squilibrio del corpo eterico che perversa sul corpo fisico, e che tali sintomi potrebbero essere risolti attraverso un fiore di Bach, un omeopatico, una terapia di “Theta Healing” o di “EFT Tecnique”, giusto per citarne alcuni tra i più pubblicizzati.
Questo atteggiamento è pericoloso per due motivi principali. Il primo è che un trattamento errato di questo tipo potrebbe ritardare o provocare la necessità di un potenziale intervento medico, mettendo così a rischio la salute della persona.
Il secondo punto, già analizzato precedentemente, è l’illusione del paziente che riversa la fiducia su un rimedio che non ha prova scientifica valida a supporto, il che potrebbe fare anche ulteriore danno.
All’infuori poi del fatto che qualsiasi atto che vorrebbe intervenire sul sintomo è prerogativa solo dello psichiatra, l’utilizzo di un qualsiasi rimedio non fa altro che deresponsabilizzare la persona, ponendo la soluzione all’infuori di sé stessa e strumentalizzando la suggestione.
Come abbiamo già visto, delegare il benessere è un atteggiamento che può essere perdente e nella cura della mente e del pensiero lo è ancora di più.
Tutti coloro che subiscono il fascino della spiritualità orientale e sono alla ricerca di terapie alternative, prima o poi approdano alla meditazione che, come ben sappiamo, è un’antichissima pratica orientale che si focalizza sul controllo del pensiero.
Diffusasi in occidente grazie alla moda New Age, può essere un importante strumento per chi è sul percorso del benessere. Quando si parla di meditazione ovviamente ci si riferisce anche al buddismo, ma anche allo Yoga (o agli yogi), in tutte le sue sfaccettature.
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