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Immagine del redattoreEzio Delli Ponti

TRE: Time Restriction Eating. Il digiuno intermittente

Il rapporto tra dieta e salute è orami sempre più evidente in ambito scientifico. Indipendentemente da cosa mangiamo, esistono dei piccoli ma importanti accorgimenti che possiamo apportare nella vita di tutti i giorni e che possono davvero fare la differenza tra stato di benessere e non.

Con le feste appena passate, applicare il digiuno intermittente potrebbe essere un metodo per recuperare qualche chilo di troppo e tornare sulla retta via !

Si parla spesso del digiuno intermittente, ovvero in termini semplici, dedicare all’alimentazione una finestra temporale giornaliera ristretta. Dall’ultimo pasto al primo del giorno dopo dovrebbero passare, secondo gli studi, almeno 12 ore.

Questa strategia, permetterebbe all’organismo di elaborare meglio il cibo e la digestione, apportando notevoli benefici.

Nel mio caso porto avanti il digiuno intermittente da diversi anni. In particolare saltando la colazione. Questa scelta mi porta ad avere una finestra di digiuno di circa 14 ore, più o meno a seconda degli impegni. Ciò non toglie che molte persone, differentemente dalla colazione, “saltano” la cena.

Secondo gli studi, non importa cosa saltiamo, ma va sempre bene come già detto sopra quando tra l’ultimo pasto ed il primo del giorno dopo passano almeno 12 ore e purché passino almeno tre ore di pausa prima di andare a dormire.

Il Time-Restricted Eating (TRE), o “alimentazione a finestra temporale”, come lo descrivono gli anglosassoni, è diventato sempre più popolare come approccio per ottimizzare la salute e il benessere. I benefici secondo gli studi sono numerosi, tra i principali:

1. Gestione del Peso: Una delle ragioni principali per cui molte persone si avvicinano al Time-Restricted Eating è la sua efficacia nella gestione del peso. Limitare il periodo in cui si mangia può aiutare a ridurre il consumo complessivo di calorie, facilitando il mantenimento o la perdita di peso. Inoltre, può influenzare positivamente il metabolismo, migliorando la capacità del corpo di bruciare calorie in modo efficiente.

2. Miglioramento della Sensibilità all’Insulina: Il Time-Restricted Eating è stato associato a un miglioramento della sensibilità all’insulina, il che è cruciale per la prevenzione del diabete di tipo 2. Limitando il consumo di cibo a determinate ore, si può ridurre lo stress sul sistema insulinico, consentendo una gestione più efficace del glucosio nel sangue.

3. Benefici Cardiovascolari: La pratica del TRE potrebbe avere effetti positivi sulla salute cardiovascolare. Numerose ricerche suggeriscono che questa strategia mantiene bassi i livelli di glucosio nel sangue soprattutto di notte, riducendo così in generale il rischio di malattie metaboliche.

4. Regolazione del Ritmo Circadiano: Il nostro corpo segue un ritmo circadiano naturale, influenzato principalmente dal ciclo luce-oscurità. Il digiuno intermittente si allinea con questo ritmo biologico, consentendo al corpo di sincronizzare le sue funzioni metaboliche con il ciclo naturale del giorno e della notte. Ciò potrebbe contribuire a migliorare la qualità del sonno e il benessere generale.

5. Riduzione dell’Infiammazione: La riduzione dell’infiammazione è un aspetto importante per mantenere la salute generale. Alcune ricerche suggeriscono che il TRE può contribuire a ridurre i livelli di infiammazione nel corpo, offrendo così benefici a lungo termine per la prevenzione di malattie legate all’infiammazione.

Il Time-Restricted Eating rappresenta una prospettiva promettente per ottimizzare la salute e il benessere. Tuttavia, è essenziale sottolineare che l’efficacia di questa pratica può variare da persona a persona, in base a numerosi fattori che dipendono dalla vita di ogni persona, quali lavoro, famiglia, abitudini, credenze e valori.

Con una finestra temporale ben programmata tuttavia, è possibile sperimentare i benefici del TRE e promuovere uno stile di vita più sano e sostenibile. D’altronde, basti pensare che i nostri avi (che non soffrivano come oggi delle malattie metaboliche) non avevano la possibilità di mangiare tutto il giorno ed i ritmi naturali erano sicuramente meglio strutturati rispetto alla vita moderna occidentale, ricca purtroppo di prodotti industriali ma anche di vita sedentaria.

Come sempre, non smetterò mai di consigliare un’adeguata attività fisica. Le scelte alimentari se non accompagnate da una vita attiva e dall’esercizio fisico non possono garantire un miglioramento dello stato di benessere nel lungo termine.

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