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Immagine del redattoreEzio Delli Ponti

Le cure alternative

Spesso, uno dei motivi per il quale ci si affida alle cure alternative è dovuto al fallimento della cura medica tradizionale. Altre volte può essere la personalità, le abitudini familiari più inclini a cure naturali e meno ai classici farmaci. Con la speranza che l’approccio “naturale” possa trattare il sintomo in maniera più dolce e senza troppi effetti collaterali, nascono nuove forme di cura al sintomo, che potremmo riassumere in tre grossi gruppi: le medicine alternative, l’erboristeria e la naturopatia tradizionale. Seppur con ottimi intenti, anch’essi nel breve giro si sono dimostrati prodotti commerciali che rispondono ad una precisa domanda di mercato. È importantissimo comprendere che la medicina alternativa, l’erboristeria o la naturopatia tradizionale, fondano il loro successo (quando c’è) sulla capacità di guarigione dell’organismo e non sulla capacità intrinseca della cura, come vorrebbero invece farci credere. La suggestione ha un ruolo fondamentale ed è ben espresso, tra i tanti validi testi, nel libro “Bad Science” di Ben Goldacre, dove si mette in risalto il potere e l’influenza dell’effetto placebo nell’esito delle ricerche, oppure nel libro “Follie ed inganni della medicina”, del medico James McCormick. Ad oggi, non esistono validi studi scientifici che mostrino l’efficacia tout-court delle terapie non convenzionali. Esse sono ottimo strumento per far emergere le risorse del paziente attraverso la consapevolezza, ma non strumento di cura fine a sé stesso. L’agopuntura, insieme alla terapia cranio-sacrale, alla pranoterapia, alla cristalloterapia, alla cromoterapia e altre centinaia, hanno la caratteristica di indurre potenzialmente ad una condizione di rilassamento ove l’esperienza del terapeuta e la fede del cliente stesso nella cura, possono stimolare quei processi come il rilascio di endorfine o di altre diverse sostanze che, seppur momentaneamente, potrebbero promuovere sollievo e stati di benessere: un esempio che calza a pennello è l’agopuntura, così come la pranoterapia ed il Reiki. Quest’ultime, tra le più famose terapie “energetiche”, vorrebbero imputare la guarigione ad una sorta di energia canalizzata e universale, mostrando invece due grossi limiti. Primo, è impossibile provare e verificare l’azione di tale “energia universale ri-equilibratrice” (se non l’energia stessa della materia che già esiste ovunque). Secondo, si riduce il cliente a mero spettatore, ovvero la cura viene “somministrata” copiando gli stessi precetti della medicina allopatica, che invece parallelamente si vorrebbe demonizzare.

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