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Immagine del redattoreEzio Delli Ponti

Il problema sociale.

Se facciamo qualche passo indietro neltempo, la nostra società non aveva così tanta disponibilità alimentare. Le tecniche di coltivazione e l’industria non esistevano se non in epoca moderna. Tuttavia, per un tempo lunghissimo, l’uomo nella sua storia evolutiva, ha dovuto affrontare sacrifici ben più importanti rispetto all’indecisione del “cosa mangio oggi?”.

La nostra storia (trasmessa nel DNA), racconta che abbiamo affrontato pericoli estremi, alluvioni, glaciazioni, bestie, pestilenze, fame e dolore sotto tutte le forme. Il cibo, quindi, era destinato alla mera sopravvivenza e non per la soddisfazione del gusto (o di un protocollo), in quanto non v’era molta scelta, anzi spesso non c’era proprio.

Di conseguenza, è stato per primo l’ambiente, che ha stimolato lospirito di adattamento dell’uomo portandolo nel corso del tempo a adottare le varie differenze nei costumi e nelle scelte alimentari, quali popoli che si nutrono solo di latte e carne di dromedario, grasso di foca, oppure solo erbe e semi, giusto per fare qualche esempio.

Pur di portare avanti la vita, la potente e misteriosa forza biologica dalla quale siamo formati si è adattata a qualsiasi ambiente e avversità. In risposta alle innumerevoli diete che oggi popolano il nostro interesse e curiosità, possiamo tranquillamente affermare che laforza della vita e dello spirito è la vera protagonista. Non certo il crudo vegano, seppur scelta rispettabilissima.

Non possiamo cioè ignorare che sono state proprio le capacità intrinseche dell’uomo e della sua forza biologica di adattamento, di lotta nell’ambiente e disponibilità alimentare (qualsiasi esso sia) che lohanno forgiato e reso attore principale dell’evoluzione.Per concludere questa prima parte, possiamo dire che non c’è ombra di dubbio sul fatto che a far danno oggi è proprio lasovrabbondanza di cibo (di scarsa qualità) che l’industria promuove.

Tuttavia, sappiamo benissimo che la sfida che l’uomo moderno deve affrontare è rappresentata da problemi quali la carenza di attività fisica e mancanza di vita sociale sana. Obiettivo complicato da raggiungere in un sistema che vorrebbe allevare lavoratori-consumatori depressi, resi molli da emergenze non reali e distratti da futili desideri.

Osservando la sovrastima indirizzata al cibo, è evidente che è ormai raro dare spazio o importanza ad altre attività più virtuose rispetto che al mangiare. Ilcibo (in occidente) è abbondante e sponsorizzato ovunque ed il gusto sopperire le mancanze emotive.

Tuttavia, predicare bene e razzolare male è una scelta che proviene spessoda un contesto economico-sociale-politicoche preferisce averecittadini sicuramente ben informati, ma ai quali poi non viene realmente e concretamente data opportunità(vuoi per mancanze economiche o di tempo), per curare sé stessi. Anzi, viene stimolato consapevolmente oinconsapevolmente a prendere strade opposte

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