La condivisione del pasto rappresenta forse la forma di unione più antica e significativa tra i popoli. Così come quando nelle tribù si festeggia la caccia andata a buon fine, anche per il mondo occidentale il cibo è diventato motivo per fare festa, riunirsi, scongiurare il passato, dimenticare le sofferenze della fame e godere insieme.
Il cibo oggi abbonda e non manca mai per la maggior parte della popolazione mondiale; tuttavia, l’estrema importanza che gli viene oggi data, da un lato ci distrae da occupazioni che potrebbero sicuramente essere più virtuose (arte, pittura, studio, lettura, lavoro manuale, ecc.), mentre dall’altro lato somministra ancora più potere a chi vuol fare del cibo un’ennesima occasione per vendere prodotti, vedi compagnie televisive e industrie alimentari.
Il sempre più crescente interesse nei riguardi dell’alimentazione, di pari passo al mondo della salute e della malattia, occupa uno spazio di primo piano nei media principali soprattutto per motivi economici.
Pur non avendo alcun dubbio sul fatto che l’alimentazione abbia una grossa percentuale di responsabilità nei riguardi del benessere mondiale, quando di mezzo corrono le “emozioni”, anch’essa rappresenta una grassa opportunità di guadagno.
Se la vendita dei farmaci è guidata da emozioni come paura e dolore nei confronti della malattia, l’industria del cibo basa i suoi profitti su altri tipi di emozioni e meccanismi primordiali come lo sviluppo di ormoni quali la dopamina, per esempio, che sono fortemente stimolati dai cibi industriali e dal senso di ricompensa legato ai gusti più carichi di sapori.
Non ci deve sembrare strano che dietro alla produzione di cibo industriale, salendo la piramide, troviamo gli stessi azionisti e gruppi finanziari facenti parte delle industrie del farmaco (vedi per esempio le grosse società proprietarie del gruppo Nestlé, giusto per fare un esempio).
Si potrebbe ipotizzare che da un lato ci vorrebbero ingozzare di cibo gustoso, dopante e poco sano, mentre dall’altro vorrebbero curarne i danni con pillole e farmaci.
Al pari della salute (considerando che cibo e salute vanno in un certo modo a braccetto), innumerevoli sono i canali su internet promuovono prodotti, ricette, diete, libri.
Si parla di decine di migliaia di siti web, e decine se non centinaia di milioni di dollari in ballo se consideriamo anche ciò che accade negli altri paesi. Sono migliaia i video e numerosi reality show in TV dedicati agli chef appassionati.
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