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Immagine del redattoreEzio Delli Ponti

Sul digiuno e altre tecniche di depurazione.

L’igienismo, come la definiva Herbert Shelton, è una branca della biologia basata sulla ricerca interiore, sul rispetto dei tempi e delle scelte individuali, sull’evoluzione del sistema corpo attraverso un cambio di paradigma, non quindi una moda o un semplice rimedio.

Per questo motivo, cerca di mantenersi ad una certa distanza dagli strumenti cosiddetti depurativi come potrebbero essere il clistere, la idro-colon-terapia, la depurazione del fegato con i Sali, l’argilla-terapia, oppure il digiuno, pur riconoscendoli ottimi alleati sia in emergenza che in prevenzione.

Ovviamente alla base, l’obiettivo è il cambio dello stile di vita nel lungo termine, e non semplicemente lo strumento che diventa rimedio sostituendosi alla persona.

“La linea che separa il successo dal fallimento si chiama ‘non avevo tempo’”. Robert J. Hastings

L’idro-colon-terapia, è una pratica che trova larga diffusione in numerosi studi medici e centri specializzati e la sua validità è riconosciuta come supporto al benessere.

Il digiuno invece, è uno strumento altrettanto importante ma allo stesso tempo in parte misterioso e sconosciuto nei suoi meccanismi più profondi. Si pensi che ognuno di noi compie un piccolo digiuno, astenendosi dal cibo e dal resto, quando dorme.

Dal punto di vista della tradizione popolare, la scelta di non introdurre alimenti per un certo periodo di tempo fa parte della storia dell’uomo ed è presente in quasi tutte le religioni. Liberarsi o allontanarsi per un periodo a livello simbolico e materiale dalle cose terrene, ha l’obiettivo di innalzare lo spirito e rafforzare la volontà, come si narra nei testi religiosi.

Si pensi per esempio al Ramadan, giusto per citare un esempio. Ma rinunciare volontariamente al cibo ha un significato anche politico, che ha visto il coinvolgimento personaggi importantissimi della nostra storia quali, fra i tanti, il Mahatma Gandi.

L’astensione dalle passioni terrene, dai sette peccati capitali, la rinuncia al vizio, è un modello per ritrovare la retta via, per ricondurre metaforicamente l’uomo verso un comportamento ed un destino più virtuoso.

Nel campo del benessere ci sono tantissimi studi, pubblicazioni e storie di successo. Si veda per esempio il lavoro del medico Russo Sergei Filonov, che nel suo centro benessere sulle sponde del lago Baikal porta avanti da alcuni decenni la terapia del digiuno secco, completato da docce fredde, massaggi profondi e lunghissime passeggiate nella natura.

Non è inoltre da dimenticare l’enorme lascito di Herbert Shelton, medico igienista dello scorso secolo, grande sostenitore del digiuno.

Tutti gli studi fino ad oggi, confermano che il nostro organismo in assenza di cibo introdotto dall’esterno oltre un certo tempo, adatta il suo metabolismo e consuma la sua scorta di cibo interiore: considerando banalmente il nostro organismo come un magazzino, manda avanti le sue attività consumando il carburante (glucosio) che proviene dai suoi depositi.

Inizia questo processo di autocombustione partendo dalle cellule più corrotte, eliminando scarti, batteri e virus in eccesso. Accelera il lavoro di pulizia andando a colpire ciò che egli ritiene più utile per la sopravvivenza (di norma i grassi) e che debba avere priorità rispetto ad altro.

Le cellule stesse iniziano un processo di autolisi, ovvero di auto-distruzione indotta dai suoi stessi enzimi. È stato messo in evidenza come al termine di un digiuno, i tessuti dei sistemi principali come quello nervoso (cervello e cuore), il sangue, lo scheletro, non vengono praticamente toccati.

La pelle è tesa, gli occhi brillanti, ed i chili adiposi in eccesso tendono a sparire. La pratica del digiuno, tuttavia, non può essere affrontata da chiunque, essendo correlata alle condizioni psico-fisiche e all’ambiente (aria pulita e giusta compagnia), che devono essere assolutamente favorevoli al rilassamento ed al riposo.

Il digiuno non può e non deve essere praticato mentre si fanno altre attività, come lavorare, guidare e fare sport, se non dedicare parte del tempo per una bella passeggiata.

In sintesi, seppur digiuno ed altre tecniche sono meritevoli di profonde attenzioni, esse non devono rimanere fine a sé stessi. Non avrebbe senso e sarebbe controproducente digiunare per poi annullarne tutti i positivi effetti con un ritorno ad alimentarsi e vivere in maniera errata, tra stress ed eccessi di ogni tipo.

Non avrebbe senso utilizzare il digiuno o il clistere alla stregua di una prescrizione o peggio, come “rimedio” naturale. Gli strumenti di depurazione possono e devono rappresentare quello stimolo iniziale, che sproni ad un miglioramento delle proprie condizioni psico-fisiche in ogni campo della vita, non solo per un breve periodo, ma possibilmente per tutta la vita.

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