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Immagine del redattoreEzio Delli Ponti

La meditazione come integrazione.

Gli esercizi specifici per il controllo della mente partendo dal respiro, possono essere strumenti utilissimi per promuovere un percorso di miglioramento ed evoluzione personale, tanto che in occidente in epoca ottocentesca, abbiamo numerose evidenze in tal senso.

Rilassamento, visualizzazione, controllo del pensiero, immaginazione, ed altre forme di esercizio che partono dalla filosofia sfiorando l’esoterismo, sono ben descritti dal lavoro di Madame Blavansky, di Rudolf Steiner, di Georges Gourdjieff, oppure di Massimo Scaligero (in epoca più recente ed in Italia), tutte adite a conoscere la vera natura dell’uomo.

Colui il quale ha probabilmente il merito di aver unito antico e moderno è stato Osho, che con il suo lascito ricco di decine di testi filosofici ha sicuramente permesso di introdurre le tecniche meditative orientali nel mondo occidentale.

“Se si è depressi, si vive nel passato. Se si è ansiosi, si vive nel futuro. Se si è in pace, si vive nel presente”. Lao Tzu I nostri pensieri per loro natura sono spesso instabili, oscillano tra passato e futuro passando facilmente da stati di distrazione, concentrazione o pura fantasia. Più le nostre vite sono stimolate e frenetiche, più è difficile ritrovare la calma ed il rilassamento.

Secondo l’Associazione Italiana per la Medicina del Sonno (AISM), gli italiani che non dormono sono circa dodici milioni, ovvero un adulto su quattro.

Nel corso del tempo, soprattutto quando pensieri fissi e ripetitivi prendono il sopravvento, diventano schemi ricorrenti e difficilmente controllabili, si può essere emotivamente sensibili e subire sbalzi d’umore.

Dedicare troppa attenzione a ricordi o sentimenti che ormai passati, o preoccupazioni future che non riflettono il presente può essere un atteggiamento controproducente nel lungo termine.

Sappiamo che il cervello è guidato principalmente dal pensiero (ricordi, esperienze, credenze, sistema di valori) ma anche dalle emozioni. Se per esempio ci sentiamo costantemente in pericolo attraverso la paura, o l’ansia, il nostro corpo non farà altro che seguire il comando di tenersi pronto alla fuga: il battito sarà accelerato ed i muscoli saranno più rigidi, mentre verrebbero prodotte sostanze come adrenalina e cortisolo.

Come abbiamo detto, il cervello non segue perfettamente la realtà, ma si affida maggiormente agli stimoli interiori e all’attenzione verso i pensieri che vengono prodotti.

Se il pericolo è anche puramente immaginario, le funzioni dell’organismo vengono ad ogni modo coinvolte, generando una risposta fisiologica.

“Le emozioni inespresse non moriranno mai. Sono sepolte vive e usciranno più avanti in modo peggiore”. Sigmund Freud.

La meditazione può essere un esercizio molto utile per qualsiasi adulto. Accendere l’incenso e della musica di sottofondo, trovare una posizione comoda, eseguire alcuni respiri lunghi profondi, allenarsi ad osservare i propri pensieri come semplici spettatori, vuol dire stare dentro sé stessi e prendersi del tempo, uscendo dalla frenesia giornaliera.

Sul web possiamo trovare un po’ di tutto a riguardo: trascendentale, buddista, zen, ho’oponopono, dinamica, kundalini, e così via…il rito della meditazione, purché non venga influenzato dalla religione e dai fanatismi, rimane un ottimo strumento per la ricerca del benessere mentale.

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