In questa seconda parte andremo ad analizzare quella che può essere definita una “dieta consapevole”, ribadendo ancora una volta che se si è alla ricerca della salute tout-court, essa può emergere soltanto sela consideriamoin tutti isuoi aspetti e chel’alimentazione va a inserirsi solo come parte (certamente importante) di essa. Il cibo di origine naturale e vegetale dovrebbe rappresentarela maggior parte dei pasti totali quotidiani.
I cereali tutti, quale materiale energetico per eccellenza, vantano numerosi nutrienti utilissimi purché siano consumati a maggioranza integrali ed il meno trasformati possibile. Sempre preferibile fare il pane in casa, oppure optare per prodotti da forno del paese e non da grandi catene. L’industria alimentare ha messo in commercio farine sempre più raffinate qualitativamente povere, che sono spesso co-responsabili di numerosi problemi, tra i quali le intolleranze tanto diffuse oggi.
Dare largo spazio alla frutta e verdura: secondo il decalogo anticancro dell’OMS, le porzioni non devono andare sotto il numero di 5-7 al dì. I prodotti della terra sono ricchi di enzimi e acqua biologicamente attiva, di sali minerali e vitamine, tutti utilissimi per i processi metabolici. L’alto apporto di fibra in essi contenuti è sano alimento per i batteri buoni ed ha il potere di mantenere l’intestino pulito. È intelligente preferire sempre spuntini a base di frutta, succhi non zuccherati, centrifughe, spremute ed estratti.
È ben documentato che il consumo frequente ma moderato di semi oleaginosi faccia benissimo. Poco spazio ai prodotti a base di proteine animali, preferibile l’uovo ogni tanto o i formaggi (soprattutto freschi) alla carne bianca, rossa o conservata che sia. Ma soprattutto, pochissimo spazio ai prodotti finto nutrienti quali dolci, merendine e prodotti in genere confezionati, spuntini salati e bibite gassate: il nostro organismo ancora non s’è evoluto per tradurre questo cibo quale espressione dell’attuale epoca industriale.
Le trasgressioni possono essere valutate e accettate quando si ha voglia, pur ricordando che è la quantità a fare il veleno. Mangiare il più vario possibile. Masticare bene e a lungo per ridurre il bolo solido in quasi liquido. È preferibile ingerire prima i cibi più veloci, quali frutta e verdura (insalata) di quelli solidi, quali pasta e cereali. Mai mangiare se l’umore non è buono: rabbia, frustrazione, paura, influiscono pesantemente sui processi digestivi.
Quando mangiare? Nel rispetto dei cicli naturali, dovremmo mangiare nell’arco di ore che va dalle 12 circa alle 20. Al mattino è preferibile una colazione leggera, con frutta, spremute e centrifugati. Stessa cosa per uno spuntino a metà mattina. È fondamentale iniziare ad allenarsi per distinguere il senso di fame (vera necessità) da quello di appetito (abitudini, orario, vista, olfatto, colori, emozioni, influiscono tutti sul nostro cervello e sul senso di appetito). Allenare il senso di sazietà, abituandosi a mangiare quantitativamente meno in generale.
Dovremmo mangiare solo quando il senso di fame “proviene dallo stomaco” e che perdura anche dopo aver aspettato i primi sintomi. Può essere inoltre efficace lasciar riposare l’organismo attraverso uno o due giorni di digiuno nei cambi di stagione, anche assumendo solo liquidi o solo frutta. Questo esercizio può contribuire a rendere stomaco e volontà più forti.
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